Le cause della DPP sono di norma molteplici e dovute a diversi fattori (fisici, ambientali, psicologici, perinatali, ambientali, ...).
Spesso sono concomitanti e possono presentarsi allo stesso tempo anche come sintomi, tanto che non sempre è facile identificarle e definire i rapporti di causa-effetto.
CAUSE LEGATE A FATTORI AMBIENTALI
CAUSE LEGATE A FATTORI SOCIALI
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Estrema interiorizzazione del “ruolo sociale” correlato alla nascita, considerata spesso come “un punto di svolta” nel corso della vita per i cambiamenti che genera e gli adattamenti che richiede.
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Possibili discrepanze tra aspettative e realtà genitoriali (presa di coscienza di come cambia la vita di coppia dopo la nascita di un figlio, necessità di sostegno tra i partner, condivisione dei compiti, ...).
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Limitato livello di tolleranza della fatica nella cura del neonato e/o di eventuali altri figli e necessità, specie per le madri, di investire molta più energia emotiva e fisica rispetto a quanto atteso o prefigurato.
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Possibile senso di inadeguatezza e fallimento, soprattutto nelle situazioni in cui la donna cerca di conciliare la maternità con i propri interessi personali (lavoro, tempo libero, cura di sé, ...).
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Ambiente ostile alla presenza di un bambino (in famiglia, in ambiente pubblico, con gli amici, ...) e conseguente rischio di isolamento.
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Mancanza di supporto, sia a livello emotivo sia a livello pratico e relativo senso di solitudine (reale o percepito).
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Problematiche di coppia.
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Depressione paterna o malattia del partner.
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Situazioni che possono indirettamente essere fonte di stress (famiglia monoparentale, precedenti relazioni conflittuali, problematiche lavorative, disabilità, ...).
CAUSE LEGATE A FATTORI PERINATALI
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Gravidanza complicata, indesiderata o, al contrario, a cui la coppia è giunta con difficoltà o dopo una lunga attesa o iter pre-concezionale.
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Storia personale di depressione, prenatale o antecedente alla gravidanza.
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Complicanze al momento del parto (es.: travaglio complicato, parto precipitoso, taglio cesareo d’urgenza, ...) o nel periodo successivo (es.: ricovero per necessità impreviste, prematurità, terapie, ...). È importante ricordare che il fattore decisivo non è tanto la gravità “oggettiva” del parto, quanto la percezione “soggettiva” materna o paterna, la sensazione di perdita di controllo e di essere in balìa degli altri, compresa quella nei confronti degli stessi professionisti impegnati nella cura della madre o del neonato. Ciò potrà tradursi in un’importante discrepanza della realtà rispetto alle aspettative del genitore relativamente al parto, ma anche nei confronti di altri aspetti correlati alla gravidanza e postnatali (es.: allattamento, arrivo e gestione del neonato, ...).
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Problematiche o interruzione dell’allattamento, soprattutto se forzata o non pienamente condivisa (es.: per motivi medici inderogabili, se farmacologica,con tempistiche di svezzamento inadeguate, ...).
CAUSE LEGATE A FATTORI PSICOLOGICI
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Difficoltà ad adattarsi rispetto ai cambiamenti generati dalla nascita del proprio bambino, di “accettare una nuova versione e visione di sé” e delle proprie abitudini, in favore della nuova dinamica familiare che si sta via via costruendo.
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Difficoltà nel ridefinire le relazioni (coppia, famiglia, amici, ...).
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Eventuali esperienze emotive concomitanti e stressanti oppure il riemergere di situazioni legate al passato di gravità differente (es.: lutti, malattie, trasferimenti, abusi e violenze, ...).
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Senso di inadeguatezza verso il nuovo ruolo genitoriale.
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Autosacrificio e trascuratezza nella donna, nel tentativo di aderire a un’immagine idealizzata della maternità che comporta dimenticanza di sé in favore della cura del figlio, fino a colpevolizzarsi e disprezzarsi.
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Pronunciato perfezionismo e necessità di controllo costante, combinati con alte aspettative, in grado di generare sentimenti di fallimento e depressione.
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Tendenza alla preoccupazione estrema, che può trasformare la cura del bambino in un costante stato di stress.
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Predisposizione genetico-familiare per malattie psichiche (es.: chi ha sofferto in precedenza di depressione ha un rischio aumentato, fino al 40-50%).
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Disturbi del sonno.
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Cambiamenti fisici correlati al parto o alla gravidanza che per molte donne possono essere causa di forte disagio e mancato riconoscimento di sé.
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Cambiamenti ormonali (sebbene la relazione tra ormoni, cambiamenti fisici/psicologici e influenze esterne sia molto complessa e non sia stata ancora completamente definita, gli studi attuali confermano il possibile ruolo di: corticosteroidi, progesterone, prolattina ed estradiolo).
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Carenze biologiche e nutrizionali (es.: deficit vitaminici, di minerali e oligoelementi, sbalzi nei livelli glicemici, ...).
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Malattie organiche preesistenti della madre.
CAUSE LEGATE A FATTORI FISICI
Sono particolarmente a rischio di sviluppare una DPP i genitori che vivono:
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Le cause della DPP sono di norma molteplici, dovute a diversi fattori
e spesso concomitanti: è importante saperle riconoscere!
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Parto gemellare o trigemino (circa il 25% delle madri di gemelli può manifestare sintomi depressivi nei primi mesi e un rischio maggiore di depressione, ansia o altri problemi psicologici).
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Modalità di parto inattese (es.: necessità di sedazione particolare, luogo e/o tipo di parto non desiderato o pianificato, ...).
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Separazione tra madre e bambino dopo il parto (es.: per anestesia generale, complicanze, prematurità, ...).
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Parto di donne migranti o immigrate, che non vivono nel proprio paese di origine e sono lontane dalla famiglia, soprattutto se arrivate da meno di due anni, con scarsa rete sociale circostante, con difficoltà coniugali e basso reddito. Le donne migranti soffrono più spesso di depressione prenatale rispetto alle autoctone. Tra i migranti, un gruppo ulteriormente vulnerabile è quello dei neogenitori rifugiati, che oltre ai fattori di stress precedentemente citati si trovano a fronteggiare anche eventi traumatici appena vissuti (es.: guerra, morti, prigionia, ...), condizioni difficili durante il viaggio verso il nuovo paese, l’iter e l’attesa dello status di richiedente l’asilo e la consapevolezza che la situazione economica e politica nel proprio paese d’origine è ancora instabile e può rappresentare una minaccia per i familiari rimasti lontani.
Considerando quindi che gli immigrati costituiscono oggi una quota importante della popolazione svizzera, si tratta di problematiche potenzialmente di grande portata e che devono essere considerate.